Nell’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle, l’acquisizione e lo sviluppo delle skill sono stati quantomai al centro dell’attenzione. In un mondo sempre più tecnologico e interconnesso, infatti, l’importanza delle competenze diventa fondamentale per il successo personale e professionale.
Molte professioni tradizionali stanno cambiando e sono richieste nuove competenze per rimanere al passo con le esigenze del mercato.
Quali sono le competenze fondamentali per un mercato del lavoro in continuo mutamento?
Le competenze trasversali, come la comunicazione efficace, il team working e la leadership, sono diventate essenziali in un contesto di lavoro sempre più collaborativo e orientato ai risultati.
Il fabbisogno, inoltre, punta deciso anche su competenze green, inclusa la sostenibilità sociale, per via della sempre maggiore attenzione del cliente a queste tematiche.
Le competenze, però, non piovono dal cielo.
Le persone all’interno delle nostre aziende hanno bisogno di formazione e in Italia sono ancora troppo poche le imprese che investono sull’attuazione di un piano formativo.
Tutto questo ha un prezzo.
Quanto è costato alle aziende italiane NON pianificare attività di formazione?
Dati alla mano, Unioncamere in collaborazione con ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro), ci hanno dimostrato quanto sia costato alle imprese italiane l’ormai noto divario tra mercato del lavoro ed esigenze di competenze per le aziende: circa 38 miliardi, solo nell’anno 2022.
Questi dati non possono fare altro che confermare quanto sia fondamentale la formazione dei dipendenti all’interno delle aziende.
Anche il Centro Studi Tagliacarne, che si occupa di effettuare ricerche e analisi economiche del mondo di piccole e medie imprese, sostiene come i processi formativi accelerino la capacità di ripresa produttiva delle imprese, migliorando l’efficacia degli investimenti nella sostenibilità e nel digitale.
Infatti, sembra che il 30,7% delle aziende che stanno investendo in attività formative nel triennio 2022/2024, conti di superare già quest’anno i livelli produttivi pre-Covid, contro il 12,3% di quelle che non lo faranno.
Per di più, il 46,5% delle aziende che stanno unendo investimenti nella formazione dei dipendenti a quelli nel digitale e nel green, prevede di migliorare i risultati produttivi del 2019, alla fine del 2023.
Al contrario, soltanto il 21% delle aziende che hanno preferito non investire in nessuna attività di formazione, ma solo nella duplice transizione digitale e green, sta raggiungendo gli stessi risultati.
Il fattore “capitale umano”, dunque, risulta ancora più determinante per migliorare i risultati degli investimenti realizzati nella duplice transizione.
Il mondo imprenditoriale chiede a gran voce di puntare su percorsi scolastici e formativi in grado di immettere figure professionali funzionali al mercato del lavoro, in un’ottica di collaborazione fra pubblico e privato.
Noi di MTC stiamo progettando dei percorsi di educazione al mondo del lavoro, per le nuove generazioni; da portare sia all’interno delle aziende (come parte del processo di on boarding) sia nelle università, con un percorso formativo che partirà dalla stesura di un appropriato Curriculum Vitae, fino allo sviluppo delle adeguate skill per affrontare un colloquio lavorativo di successo.
Insomma, tutte le competenze che aiuteranno gli studenti di oggi a diventare i professionisti di domani.
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