La formazione nelle aziende è ancora efficace?

Una domanda: perché le aziende dovrebbero fare formazione ?

Ho un ricordo dei miei esordi nel mondo del lavoro, una sigla MDL che tradotto è maestro del lavoro, quello che oggi definiremo in termini anglosassoni mentore. Il maestro del lavoro è una persona che si è contraddistinta per le sue capacità e per la capacità di trasmettere il suo sapere agli agli.
Negli anni abbiamo tralasciato un po’ questa modalità per cui i vecchi dovevano trasmettere ai giovani perché i giovani oggi già sanno, escono dalle università vogliono fare i manager.
E in effetti sanno conoscono la teoria ma mancano dei comportamenti. E i senior hanno l’esperienza ma non si sono dedicati ne all’aggiornamento ne a costruire un processo di crescita per le nuove generazioni.
E quando accade questo le aziende si sgretolano, si aprono i conflitti, viene meno la responsabilità di prendere le decisioni, manca la capacità di gestire gli altri. Ma sopratutto manca la capacità di delegare.
Ho sempre visto la formazione come un investimento per le aziende ma ultimamente inizio a pensare che la formazione sia la cura per le nostre aziende grandi o piccole che siano.
Non si può pensare di risolvere i problemi in azienda è ancora meno di raggiungere gli obiettivi senza prima aver analizzato quali sono le risorse che ho a disposizione e se quelle risorse hanno tutte le competenze necessarie. Come mai pensiamo ad aggiornare i software, ad implementare nuovi processi innovativi a dare una comunicazione attrattiva verso l’esterno, ma non pensiamo mai a dare valore a far crescere e aggiornare le persone all’interno dell’azienda ?

Formare le persone in aziende è ancora fondamentale

Oggi e’ invece fondamentale fare una analisi dei gap e delle problematiche dell’azienda rispetto agli obiettivi che l’azienda si da in termini di visione, strategia, risultati e di crescita. Su questo asse si salda la la formazione da indirizzare a tutti gli enablers e Change makers dell’azienda, al fine di coinvolgerli e rilanciarli. La costruzione di una cultura dell’empowerment che passa attraverso ogni livello e’ la chiave per dare alle aziende continuità e sviluppo. Siamo molto più inclini a valutare una assenza di competenze tecniche le così dette hard skill (la conoscenza di un gestionale, di una macchina, di una lingua, di un processo) e molto meno inclini a valutare la mancanza di una competenza definita soft skill( gestione del tempo, resilienza, gestione dello stress, comunicazione) ma se ci pensiamo bene è la mancanza di queste ultime a generare la maggior parte dei problemi. E’ la mancanza di una leadership personale a far si che le persone non arrivino a mettere a disposizione tutto il loro potenziale. E le nuove generazioni questo lo sanno bene e non sono più disposte a sottostare ad un capo privo di leadership o ad una azienda che non dà valore alle persone. Diciamo sempre che ricerchiamo un benessere, un equilibrio tra ciò che si da e ciò che si riceve, in termini di tempo, di qualità, e di attenzione. Mi hanno insegnato che dare è importante, ma nella vita ho imparato anche che dare e ricevere è essenziale per costruire delle relazioni che funzionano.

Siamo tutti difronte ad un grande passaggio generazione e ancor di più ad un cambiamento culturale, dobbiamo lavorare all’interno delle nostre aziende per renderle solide, per dare valore. Come possiamo farlo se non lavoriamo su e con le persone, una azienda che non possiede un processo di evoluzione, di valorizzazione come può essere una azienda attraente? E se non sono una azienda attraente capace di offrire qualcosa di più di uno stipendio, come posso pensare di attrarre persone motivate che vogliono crescere che vogliono dare e che vogliono fare per il successo loro e della propria azienda? Le persone motivate sono quelle che lavorano per i risultati e non per le ore lavoro.