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Come può un coach allenare la mente? 

In realtà non si parla di allenamento della mente ma di aiutare il cliente e prendere consapevolezza dei suoi comportamenti e di supportarlo nel mettere in atto i cambiamenti. 

Ma facciamo qualche passo indietro. Il coaching oggi è utilizzato come strumento di crescita delle persone e trova una delle sue origini proprio dal mondo dello sport: nel 1974, Tim Gallwey, allora allenatore di tennis, si accorse che ponendo ai propri atleti domande aperte essi raggiungevano performance migliori, mentre indicando ad essi esattamente il movimento da fare i risultati non erano quelli attesi. 

Egli affermava che “L’avversario nella nostra mente è molto più forte di quello dall’altra parte della rete”. Si parla di un duplice livello di gioco: quello esterno, dove esiste appunto un avversario che si trova al di là della rete e quello interiore, dove l’avversario, molto più ostico, si nasconde nella nostra mente, da qui la nascita dell’Inner Game oggi sempre più orientato alla modalità del mental coach.

L’esperienza in campo sportivo ci mostra quanto il secondo livello di gioco influenzi il primo. Vi sono giocatori o squadre con enorme talento, doti tecniche e tattiche che, in alcune circostanze, non riescono a mantenere alta la qualità della prestazione e precipitano in una spirale di errori che a volte li porta a perdere anche di fronte ad avversari apparentemente più modesti.

Chi è e cosa fa il coach

Il coaching utilizzato nel modo professionale con i manager, imprenditori o con i team è diventato uno strumento fondamentale per attivare i cambiamenti nelle aziende; troppo spesso rimaniamo legati alle nostre certezze, al modo di lavorare che abbiamo costruito negli anni e che ci permette di operare all’interno della confort zone. 

Molto spesso ci dimentichiamo che la scelta di adottare o non adottare un certo comportamento è solo nostra, il coaching lavora principalmente su quest’ultimo aspetto: la consapevolezza. 

Carl Jung diceva: “conosci il tuo inconscio, altrimenti sarà il tuo inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino”, come coach paragoniamo l’inconscio a quella parte inconsapevole con la quale attiviamo i comportamenti. Secondo la fisica quantistica infatti noi siamo consapevoli dei nostri comportamenti solo per il 5%, il 95% è dato da due fattori: l’istinto e le abitudini.  

Bisogna lavorare per riconoscere quei pattern ripetitivi che non sempre sono allineati all’obiettivo da raggiungere, e una volta identificato il proprio schema, iniziare a modificarlo sostituendo i comportamenti scelti in funzione del risultato. 

Il coach si affianca al cliente, aiutandolo a mettere in atto questi cambiamenti e lavorando con lui in modo costante, attraverso un supporto attivo e attraverso la continua focalizzazione verso l’obiettivo, fino al completo raggiungimento di un nuovo comportamento. 

Attraverso un percorso di coaching si acquisisce un metodo replicabile, si acquisisce la capacità di leggere con occhi nuovi e si comprende quanto la nostra mente ha solo bisogno di essere rassicurata per permettersi di cambiare. 

L’uso delle parole, delle affermazioni che spesso ci diciamo rallenta questo processo fino a bloccarlo, è qui che un coach ci può tendere quella mano che ci porta ad andare oltre le nostre resistenze. Il miglior percorso di coaching è quello che ci libera da tutti i nostri blocchi per far emergere tutto il nostro potenziale. 

Hai mai provato un percorso di coaching? Vieni a trovarci nei nostri uffici o fissa una prima video call di conoscenza: potrai scoprire che è molto più facile di quanto pensavi!

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